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Cosa è l'EMDR?

La terapia EMDR lavora sui ricordi traumatici non elaborati che comportano l’insorgere di psicopatologie.

In particolare, viene utilizzata per trattare il disturbo post traumatico da stress, traumi relazionali ed emozionali.

Può essere utilizzata sia con adulti che con bambini.

L’obiettivo è ricostruire l’intero episodio vissuto e ricollegare le componenti emotive, sensoriali e cognitive del trauma per far sì che la persona possa integrarle nella sua storia personale. Infatti, la persona è in grado di accedere a informazioni che sembravano perse e grazie alla terapia EMDR è possibile integrare i contenuti positivi con quelli negativi desensibilizzando il ricordo traumatico.

La terapia EMDR segue protocolli standardizzati ed esistono diverse tecniche per l’elaborazione del trauma e la più utilizzata è quella dei movimenti oculari adeguati al paziente.

Il paziente viene preparato al trattamento ed è necessario verificare che il paziente sia idoneo a questo tipo di processo. Il primo compito è far emergere i diversi ricordi disturbanti della persona per riuscire a individuare quello da cui partire. Il terapeuta chiede quindi al paziente di pensare all’immagine peggiore che quell’evento gli suscita e di individuare la frase o le parole negative (sono incapace/sono cattivo/sono impotente..) che ha associato a sé stesso nel presente in riferimento a quel ricordo traumatico. Successivamente si chiede alla persona di ripensare a quell’evento e di individuare cosa, relativamente a quel momento, le piacerebbe pensare di sé stessa in termini positivi.

Ci si può quindi concentrare sulle emozioni che si stanno provando nel presente relative al ricordo valutando per tutto il processo di desensibilizzazione l’intensità di tali emozioni. Il terapeuta invita il paziente a concentrarsi sulle sensazioni fisiche che prova ricordando l’evento traumatico.

Il processo viene ripetuto più volte “si sente che veramente il ricordo dell’esperienza traumatica fa parte del passato e quindi viene vissuta in modo distaccato. I pazienti in genere riferiscono che, ripensando all’evento, lo vedono come un “ricordo lontano”, non più disturbante o pregnante dal punto di vista emotivo”.